La tecnica al servizio dell’ambiente

Nel nostro quaderno di campagna annotiamo qualsiasi intervento fatto nei campi.

Questa operazione è parte di un sistema integrato che definiamo agricoltura di precisione, cioè un insieme di informazioni e metodologie di coltivazione concepite per migliorare la produzione nel rispetto dell’ecosistema.

Interveniamo solo dove e quando serve

Monitoriamo i campi costantemente per capire, di volta in volta, di che cosa possono avere bisogno e poi agiamo di conseguenza, a volte solamente regolando il livello dell’acqua nelle risaie.

Usiamo macchinari che valutano lo stato fisiologico delle piante, gli stress idrici, l’insorgenza di malattie e di parassiti in modo precoce e quindi possiamo agire solo quando è necessario.

I dati sono uno strumento indispensabile

Il nostro mietitrebbia, per esempio, fornisce i dati sulla produzione, crea una mappa in cui ogni secondo è un puntino colorato che corrisponde a un quantitativo di raccolto.

In questo modo possiamo sapere in quali punti del campo il riso è cresciuto di più o di meno e intervenire l’annata successiva, seminando in modo differente a seconda dei casi.

L’aratro ce lo siamo dimenticato

Al suo posto utilizziamo degli erpici che spezzano la cotica colturale del terreno, cioè i primi 15 centimetri di terra che sono anche quelli che hanno la maggiore massa organica necessaria al nutrimento del riso.

Quando entriamo nel campo con la mietitrebbia, prendiamo il nostro riso, ma lasciamo la paglia e tutti i residui colturali dell’annata. Lo facciamo per rinnovare il letto di semina per l’anno successivo.